lunedì 3 dicembre 2012


Buongiorno a tutti, cari amici.
Oggi vorrei scrivere una letterina, come facevano una volta i ragazzini. E vorrei che iniziasse così:
Ciao Matteo.
Oggi ti scrivo perché voglio farti sentire la voce di chi non ha mai votato per il pd, e per la sinistra in genere, e che non lo farebbe mai. Specie ora che, se ce ne fosse stato bisogno, ho avuto la conferma che questa sinistra è più conservatrice della destra stile Signora Thatcher.
Non ho mai votato per la sinistra perché essa è lontana dal mio modo di pensare, dal mio modo di vivere, lontana dalla mia visione della vita. Eppure, te lo giuro, per un istante ho avuto voglia di farlo. Nello stesso istante in cui immaginavo una sinistra finalmente veramente progressista, con un "ragazzotto" alla guida, finalmente moderna, finalmente slegata dagli stereotipi che l'hanno marchiata nei decenni scorsi. ho pensato di votarla. Votare per un giovane, con idee brillanti, magari ancora con qualche "peccato originale" da scrollarsi di dosso. Ma comunque una vera novità in un panorama politico ancora troppo stantio, ancora troppo legato ai vecchi "politburò". E così mi son detto:" perché non provare una strada nuova? magari a quasi 50 anni potrei vedere la vita in modo diverso.".
Certo, le novità, oggi, non mancherebbero. Abbiamo un capocomico che vuol fare anche il dittatore a casa sua; uno che parla di libertà assoluta, salvo poi "esiliare" chi non la pensa come lui. Sarebbe una novità. Ma abbiamo fin troppi comici che ci governano. Certo, ridono solo loro, ma pur sempre comici sono.
Avrei voluto, stamattina, svegliarmi sapendo che, finalmente, almeno 3 milioni di italiche pecore avevano scelto un nuovo pastore. Uno che, forse, le avrebbe tosate lo stesso, ma magari con più compassione, con più amor patrio. Magari tosando anche i suoi stessi colleghi.
Invece ho avuto l'amara conferma che queste persone, o almeno il 60% di esse, non vogliono alcun cambiamento. In Italia, lo si sa da tempo, i cambiamenti non piacciono a nessuno. Così abbiamo avuto 60 anni di dc, di gobbi, di zoppi, di gente che ha più o meno, abusato del paese e dei suoi abitanti. Oggi, forse, avresti potuto dare una lezione di vita a costoro, inaugurando il vero cambiamento, il vero ringiovanimento di una nazione che è sin troppo vecchia e sin troppo legata ad un passato che, in altri Stati, avrebbero da tempo cancellato anche dai libri di storia.
Invece siamo ancora qui, a contemplare le dissertazioni di un vincente vecchio, con vent'anni di carriera da politicante, con 3 ministeri sulle spalle e pochissimi veri cambiamenti. Uno che con la politica ci campa, che con la politica vecchio stile ci va a braccetto. Uno che di progressista ed innovatore ha ben poco. Non sono contro il tuo segretario, anzi. Forse è uno dei pochi onesti ancora in giro. Ma sono contro coloro che, al cambiamento vero, preferiscono "l'usato sicuro" come egli ha dichiarato. Ma l'usato, si sa, i guasti li manifesta tutti insieme, all'improvviso.
Caro Matteo, da uomo di destra che non ha mai votato per il cav, stamattina avrei voluto sorridere pensando ad una nuova e dinamica sinistra italiana; una sinistra cui dare il mio voto alle prossime elezioni. Una sinistra finalmente moderna.
Invece, caro Matteo, io rimarrò un conservatore di destra, che magari voterà per chi non sarà mai eletto, che sognerà una classe politica italiana rinnovata e svecchiata.
Un elettore che sognerà un italia con meno pecore e più uomini. Ma questo, almeno sino ad ora, è solo un sogno: le pecore, a quanto pare, sono in aumento costante.
Ti faccio i complimenti per aver ammesso la sconfitta, ma per me sei un vincitore vero.

Questa è la lettera che avrei voluto scrivere a Matteo. Ma è meglio che la tenga solo per me.
Scusate il disturbo.

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